
Il Camaleonte senza sfondo
I camaleonti cambiano colore per diverse ragioni, principalmente per mimetizzarsi con l’ambiente circostante e sfuggire ai predatori, ma il cambio di colore è anche dettato dall’umore o dalle emozioni, facendolo diventare più scuro quando si sente minacciato o più chiaro quando è sereno, rischiando quindi di compromettere anche il mimetismo naturale.
La capacità di cambiare colore è un adattamento evolutivo ed è una abilità unica e importante, che lo caratterizza profondamente e che – probabilmente – è il suo più grande vantaggio ma anche il suo più grande punto di debolezza.
Cosa succede infatti se un camaleonte si trova senza sfondo?
Un camaleonte senza sfondo non ha nulla su cui mimetizzarsi o su cui camminare, e questo rende più difficile per lui sopravvivere. Pur non essendo in reale pericolo, senza uno sfondo perde l’orientamento e sembra non essere in grado di trovare la strada.
A questo ho pensato quando ho capito cosa fosse il coaching.
È la capacità del coach di supportare il coachee a ritrovare il suo sfondo o a costruirne uno nuovo, più adatto al suo obiettivo, un percorso in cui si può solo accompagnare perché le capacità sono tutte del camaleonte.
Le sfumature solo le sue e diverse dagli altri.
Il tempo con cui cambia colore è il suo tempo, e non si può forzare in alcun modo. L’ambiente che predilige è il suo ambiente, quello dove si sente al sicuro e felice, ed è diverso per ogni esemplare. Lo sfondo è il suo sfondo, noi non lo conosciamo, non possiamo sapere quali colori lo renderanno più o meno brillante.
Il coaching e lo sfondo
Se lo dovessi riassumere per me il coaching è una forma di supporto al cambiamento.
Supportare il coachee perché si sposti dal posto senza sfondo. Ovvero – tornado alla metafora del nostro camaleonte – supportare il coachee perché si sposti dal posto senza sfondo, lasciando decidere a lui come, con quali risorse, quando e dove andare.
Il coach supporta le persone a raggiungere i loro obiettivi personali e professionali, fornisce supporto, motivazione e strumenti per superare gli ostacoli e raggiungere l’obiettivo. Ma soprattutto aiuta a sviluppare le competenze, aumentare la fiducia in sé stessi e di conseguenza migliorare il proprio sentito.
Migliorare è un altro termine cardine: il coach lo deve intendere nel senso della mobilità. Un coachee migliora il suo stare quando si muove dal posto in cui sente di non stare più a suo agio. E dove vorrà andare è una sua responsabilità.
La pratica
Il coaching professionale si basa su alcuni principi fondamentali che consentono al coach di fornire un supporto efficace al cliente.
- Obiettivi: supportare il coachee a definire chiaramente i propri obiettivi e a creare un piano d’azione per raggiungerli.
- Ascolto attivo: ascoltare attentamente e supportare il coachee nell’esplorazione dei propri pensieri, sentimenti e comportamenti per comprendere meglio sé stesso e la situazione.
- Feedback: fornire riscontro costante e costruttivo per aiutarlo a riconoscere i propri progressi e le proprie aree di miglioramento.
- Responsabilità: incoraggiare il coachee a prendersi la responsabilità del proprio successo e a fare le scelte necessarie per raggiungere i propri obiettivi.
- Risorse: supportarlo nell’identificare e utilizzare le proprie risorse interne ed esterne per raggiungere i propri obiettivi.
- Autenticità: incoraggiarlo ad essere autentico e ad agire in base ai propri valori.
- Obiettività: fornire una visione esterna e obiettiva delle situazioni, per aiutarlo a vedere le cose in modo diverso e a trovare nuove soluzioni.
Insomma, stimolare e supportare il camaleonte a trovare lo sfondo che ritiene necessario per lui, in quel momento.
Simona Piacenti
Marketing Director & coach professionista specializzato in ambito professionale
Roma
simonapia@gmail.com
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