
L’impatto del Coaching sull’apprendimento e l’insegnamento
1. Introduzione:
Da bambina, adolescente e ora adulta, ho sempre cercato di migliorare me stessa attraverso la definizione di obiettivi impegnativi nella mia vita personale e professionale.
In qualità di direttrice scolastica, ho sempre cercato metodi innovativi per aiutare gli insegnanti a migliorare la loro pratica e a sostenere meglio l’apprendimento degli studenti. Nel corso dei miei anni di lavoro nel campo dell’istruzione, mi sono resa conto dell’importanza dello sviluppo professionale continuo e del ruolo che il coaching può svolgere in questo processo. In questo articolo esplorerò l’uso del coaching come strumento di auto-riflessione ed esplorazione del proprio potenziale nel contesto della gestione scolastica, come strumento di sviluppo professionale per gli insegnanti, e come metodo per aiutare gli studenti a identificare i propri obiettivi e le proprie strategie di apprendimento preferite.
2. Applicazione delle pratiche di coaching alla gestione della scuola
In primo luogo, il ruolo del coaching nella gestione della scuola è fondamentale per promuovere una cultura scolastica di crescita e miglioramento continuo. Il coaching può aiutare i dirigenti scolastici a sviluppare le loro capacità di leadership, a gestire il cambiamento in modo efficace e a costruire relazioni più forti con gli insegnanti e con il personale. Implementando le competenze di coaching, i dirigenti scolastici possono aiutare gli insegnati ad identificare le proprie aree di miglioramento e sviluppare strategie personalizzate per raggiungere i loro obiettivi e quelli della scuola. Inoltre, le competenze di coaching possono fornire ai dirigenti scolastici supporto e guida nel processo decisionale, nella risoluzione dei problemi e nella comunicazione, consentendo loro di creare un ambiente di lavoro più positivo, creativo, produttivo e soprattutto di sviluppo personale e professionale. Così facendo troveranno sempre una porta aperta al cambiamento e miglioramento grazie al proprio “growth mindset”.
2.1. Tre sfide chiave nella gestione della scuola
A. Comprendere e creare una cultura scolastica
Lavoro in una scuola di lingue e “la cultura scolastica”si riferisce ai valori guida nel mondo in cui la scuola opera e alla convinzione che il valore fondamentale sia quello di accompagnare insegnanti e alunni nel proprio percorso alla scoperta di se stessi e maturando una buona consapevolezza, non solo di se stessi, ma anche della realtà e dei contesti in cui operano. Comprendere e creare una cultura scolastica insieme ad insegnati, alunni e famiglie può essere un modo per comprendere tutti gli atteggiamenti, i comportamenti attesi e i valori che avranno un impatto sul funzionamento e sul modo di fare scuola. Creare una cultura scolastica può essere complicato quando le priorità di insegnanti, alunni e famiglie non sono chiare o esplicite. Per allineare le priorità di ognuno dei tre gruppi e creare una cultura scolastica omogenea bisogna lavorare attivamente per sviluppare metodi e strategie di comunicazione all’interno di ogni realtà educativa.
B. Scoprire il proprio potenziale
“Se le persone non credessero di poter produrre con le loro azioni gli effetti che desiderano, avrebbero pochi stimoli ad agire…”(Bandura.)
L’importanza di conoscere il proprio potenziale e quello degli altri in una scuola è fondamentale per riuscire a lavorare in un vero team senza sentirsi giudicati, e/o bloccati nell’esprimere la propria parte creativa. Chi è consapevole del proprio potenziale sa di avere le energie per metterlo in atto. Se l’insegnate conosce il proprio potenziale, riesce a bilanciare le proprie abilità, raggiungendo con felicità i propri obiettivi e quelli della scuola in modo creativo, positivo e costruttivo. Quando un insegnante raggiunge la piena consapevolezza dei propri punti di forza è più facile per un dirigente scolastico evidenziare e imparare a sfruttare le potenzialità del suo team per creare un ambiente professionale più efficace e sereno nel ambito scolastico.
C. Motivare gli insegnanti
La mancanza di consapevolezza del proprio potenziale può portare gli insegnanti a un’insoddisfazione riguardo al proprio lavoro a scuola. Comprendere le priorità e i punti di forza di ogni insegnante può aiutare un dirigente a dare valore ai punti di forza aiutandoli anche ad affrontare le proprie debolezze. Questo aiuterà a identificare potenziali, percorsi e/o strategie di sviluppo professionale e personale, che siano in linea con la cultura scolastica e contribuiscano a motivare gli insegnanti sfruttando i loro punti di forza.
2.2. Tre strumenti di coaching utilizzati per affrontare queste sfide
Per affrontare le tre problematiche descritte nella sezione precedente, ho identificato tre strategie di coaching che possono aiutare ogni dirigente scolastico a svolgere al meglio il proprio lavoro:
A. Accompagnare l’insegnante nell’esplorazione del proprio modo di insegnare attraverso l’osservazione delle loro lezioni e porre domande efficaci per la riflessione e il feedback
Creare lo spazio per osservare le lezioni degli insegnati (tra colleghi e/o da parte della direttrice). Dopo la lezione osservata, prendersi del tempo per parlare della lezione e riflettere utilizzando gli strumenti del metodo di coaching: a) il dialogo costruttivo ; b) i diversi tipi di feedback d’ascolto (rispecchiamento, focalizzazione, riformulazione e sintesi); c) monitoraggio degli obiettivi della lezione, dell’insegnate e degli alunni passando per le tre fasi del metodo del coaching (Esplorazione, Elaborazione ed Esecuzione). Chi ha osservato la lezione accompagnerà così l’insegnate in questione ad esplorare la propria unicità nell’insegnamento e non solo. Quando una persona è consapevole di essere unica e di avere un grande potenziale da utilizzare nella propria vita per crescere e risolvere problemi, ne giova il suo benessere e quelli degli altri -nell’ambito scolastico, il benessere di tutto il team, compresi alunni e famiglie.
B. Ricerca del proprio potenziale attraverso la creatività (il pensiero laterale)
“Pensare è una abilità e come tale va messa in pratica tutti i giorni al meno un ora al giorno. Le scuole dovrebbero avere “Thinking” come materia di insegnamento. Possiamo insegnare a pensare come insegnano tante altre cose…..con il pensiero logico si formulano giudizi immediati, con il pensiero laterale si possono differire i giudizi allo scopo di consentire alle informazioni di interagire e generare nuove idee.” (E. De Bono)
Dopo le sessioni di feedback, è molto importante creare delle conversazioni tra insegnati per aiutarli a sviluppare il proprio pensiero laterale e cosi diventare consapevoli del loro potenziale. Ciò aiuterà gli insegnanti ad agire senza possibili convinzioni limitanti.
Grazie agli esercizi di Edward De Bono (6 thinking hats, ecc.) e l’implementazione di domande efficaci aperte durante le riunioni tra insegnanti ho scoperto come guidare il team nello sviluppo del loro pensiero laterale. Il pensiero laterale ha aiutato gli insegnanti della mia scuola ad identificare soluzioni innovative alle difficoltà affrontate in classe oltre a motivarli a sviluppare le proprie capacità. Il coaching può essere un potente strumento di auto-riflessione e di crescita non solo per i dirigenti scolastici ma anche per gli insegnanti. Con un nuovo mindset (Growth Mindset), gli insegnanti possono riflettere sulla loro pratica didattica e ricevere dal dirigente e dai colleghi una guida e/o feedback che li aiuti a identificare le aree di miglioramento. Questo processo di riflessione può creare una maggiore consapevolezza di sé, che può contribuire al miglioramento e cambiamento del loro insegnamento. Per esempio, la consapevolezza e scoperta del loro potenziale porterà gli insegnati a rafforzare la fiducia in se stessi per agire, migliorando attraverso un elevato senso di auto-efficacia . Il metodo di coaching può aiutare un insegnante a identificare i modelli di comportamento o di pensiero limitante (convinzioni limitanti) che influiscono sulla sua efficacia in classe, o a individuare strategie alternative più efficaci. Questo tipo di auto-riflessione può anche aiutare gli insegnanti a rimanere aggiornati sulle migliori pratiche e sui nuovi sviluppi nel loro campo, creando lezioni più dinamiche, creative e coinvolgenti. Il coaching può anche fornire agli insegnanti opportunità di sviluppo professionale per aiutarli a crescere nella loro carriera. Che si tratti dell’esplorazione di nuove tecniche di insegnamento, dell’implementazione di tecnologie innovative o dello sviluppo di capacità di leadership, le competenze di coaching possono aiutare gli insegnanti a raggiungere i propri obiettivi personali e professionali attraverso non solo la definizione degli obiettivi ma anche della pianificazione di un piano di azione concreto e ben elaborato.
C. Le pratiche di cui sopra aiuteranno l’insegnante a identificare il percorso di sviluppo professionale giusto all’interno della scuola
“Il coachee sarà motivato ad agire e diventerà consapevole e responsabile delle sue scelte” (J.Whitmore)
Spesso succede anche che il dirigente scolastico proponga dei corsi di formazione che non sono adatti agli insegnati in un particolare momento della loro vita professionale. Ma se invece di obbligare o proporre dei corsi di formazione prestabiliti, la scelta del proprio percorso formativo viene scoperto dai propri insegnati in base ai loro punti di forza e debolezze, al feedback ricevuto e alle conversazioni con i propri colleghi; gli insegnanti avranno tutte le energie per agire e responsabilizzarsi delle proprie scelte. Questo li porterà ad essere intrinsecamente motivati a migliorare le proprie capacità, facilitando la fidelizzazione degli insegnanti e creando una cultura scolastica più omogenea e serena.
3. Applicazione delle pratiche di coaching all’insegnamento del benessere socio-emotivo
Infine, il coaching può anche essere uno strumento prezioso per aiutare gli studenti a identificare gli obiettivi di apprendimento e le strategie di apprendimento preferite. Ad esempio, gli studenti possono imparare a creare e personalizzare un piano di apprendimento che si allinei con i loro punti di forza e di debolezza individuali, con i loro interessi e con i loro obiettivi. Lavorando in questo modo, gli studenti possono acquisire una comprensione più profonda dei propri stili di apprendimento e delle proprie preferenze, ed essere meglio attrezzati per prendere decisioni consapevoli sul loro viaggio educativo. Inoltre, un’area che ho esplorato particolarmente è stata l’integrazione delle tecniche di coaching e l’insegnamento dell’Oracy in bambini e adolescenti.
3.1. “Oracy” ed educazione
L’Oracy è un metodo di insegnamento degli skills necessari per la comunicazione, che permette agli studenti di esprimersi meglio. Tutti hanno una voce, ma non tutti sanno come usarla, quindi cos’è l’Oracy? Non è altro che la capacità di esprimersi bene, di avere il lessico necessario per dire ciò che si vuole dire, di saper strutturare i propri pensieri in modo che abbiano un senso per gli altri e per se stessi, di avere la sicurezza di esprimere le proprie opinioni e, cosa altrettanto importante, di saper ascoltare gli altri e capire i loro punti di vista.
“L’oracy riguarda tutti noi ogni giorno: essere in grado di esprimersi chiaramente e di ascoltare attivamente gli altri rende più facile fare amicizia e risolvere i disaccordi, facilita l’inserimento nel mondo del lavoro e l’avanzamento di carriera, consente di difendere ciò in cui si crede e aumenta il benessere.” (A.Gaunt e A.Scott)
L’Oracy è importante perché aiuta a essere la migliore versione di se. Durante una lezione di Oracy, l’insegnante dà agli studenti lo spazio e il tempo per parlare attraverso discussioni, dibattiti e presentazioni. L’insegnante guida la discussione o il dibattito ponendo domande aperte e lasciando agli studenti il tempo di pensare, di esporre i loro pensieri attraverso un discorso di tipo esplorativo. Durante i dibattiti, gli studenti diventano i protagonisti della scena per esprimere i propri pensieri, imparano ad ascoltare attivamente, a saper fare silenzio e a costruire nuovi pensieri sulla base di ciò che pensano gli altri studenti. La riflessione che ha luogo durante i dibattiti aiuta gli alunni a mettere in atto il loro pensiero laterale, che così facendo possono anche cambiare le proprie idee precedenti e creare delle nuove idee durante la discussione stessa. Inoltre, le tecniche di Oracy rendono gli studenti consapevoli delle loro potenzialità e li aiutano a capire dove e come possono migliorare. Un esempio dell’insegnamento dell’Oracy è l’attività di “ Talk Detective: Two stars and a Wish” (Investigatore del parlato: due stelle e un desiderio) come metodo per dare feedback. Ad ogni alunno (Detective) viene assegnato un oratore (Speaker) che si trova all’interno di un dibattito. Il detective deve ascoltare attentamente e prendere nota di due punti di forza dello speaker (“2 Stars”) e un aspetto da migliorare (“1 Wish”). Il detective, restituendo ciò che ha ascoltato in silenzio e in modo attivo, aiuta lo speaker a rendersi conto del proprio potenziale e a evidenziare un aspetto da modificare o migliorare. A tutto ciò segue un lavoro a coppia in cui il “ detective” fa domande aperte allo speaker per guidarlo nella scoperta di cosa e come potrebbe fare per utilizzare i punti di forza e così migliorarsi per il prossimo discorso o dibattito. I benefici dell’insegnamento dell’Oracy si estende anche al di là della classe, sostenendo lo sviluppo della fiducia e dell’autostima degli studenti. Creare uno spazio in cui gli studenti possano esprimere le proprie idee, sapendo che saranno ascoltati e valorizzati, è un messaggio potente per i giovani a cui insegniamo.
3.2. Paralleli tra coaching e insegnamento di Oracy.
Una delle principali analogie tra le abilità trasmesse dal metodo di Oracy e le abilità messe in pratica dal metodo di Coaching è che entrambe si concentrano sullo sviluppo personale, sulla consapevolezza del proprio potenziale e l’importanza di un elevato senso di auto-efficacia . Le competenze di Oracy possono aiutare gli individui a scoprire il proprio potenziale, a capire come comunicare e come la loro comunicazione influisce su se stessi e sugli altri in ambito cognitivo e socio emotivo. Allo stesso modo, le competenze di life coaching possono aiutare gli individui a comprendere e scoprire il proprio potenziale, individuare i propri obiettivi, diventare consapevoli e responsabili delle proprie scelte, rispettando i propri valori e le proprie aspirazioni. Questa auto consapevolezza e auto determinazione può portare a un maggiore successo personale e professionale, in quanto gli individui sono in grado di comprendere meglio i propri punti di forza e di debolezza e di adottare misure per migliorarsi. Le competenze di Oracy e le competenze di Coaching possono avere un grande impatto sull’apprendimento e sull’insegnamento, poiché sono entrambe fondamentali per aiutare gli individui a trovare il proprio potenziale e ad avere successo. Credo che i metodi di coaching e di Oracy debbano continuare a svilupparsi per aiutare le scuole a preparare la nuova generazione ad un futuro ancora da capire, dove i soft skills e il potenziale consapevolizzato delle persone saranno gli unici elementi validi per agire e così affrontare tutti i cambiamenti repentini della nostra società.
4. Conclusione
“Una cultura di Coaching crea le condizioni per raggiungere risultati d’eccellenza.”
(J Whitmore)
In conclusione, il coaching è stato uno strumento prezioso per promuovere il mio sviluppo professionale e la crescita nel campo dell’istruzione. Attraverso le mie esperienze personali e le mie osservazioni, ho potuto constatare l’impatto positivo che il coaching può avere sugli insegnanti, sulla gestione della scuola e sugli studenti. Come direttrice scolastica, ho potuto vedere in prima persona i benefici del coaching, sia per il mio sviluppo professionale che per quello dei miei insegnanti. Inoltre, il coaching ha fornito supporto e guida ai nostri studenti, aiutandoli a identificare i loro obiettivi di apprendimento e le strategie di apprendimento preferite.
Tuttavia, sebbene il coaching abbia mostrato risultati promettenti, c’è ancora molto spazio per la ricerca in questo settore. Ulteriori studi potrebbero, ad esempio, esplorare ancora meglio l’impatto del coaching sui risultati accademici degli studenti. In conclusione, il coaching si è dimostrato uno strumento prezioso per promuovere lo sviluppo professionale, la crescita e il successo nel campo dell’istruzione. Sono certa che con ulteriori ricerche ed esplorazioni, continueremo a scoprire i molti benefici del coaching e a utilizzarlo per sostenere la crescita e lo sviluppo di insegnanti, direttori scolastici e studenti.Così facendo impareremo tutti un modo diverso di fare scuola.
Dialogo “Teeteto” Platone dice:
“Interrogo gli altri ma poi io stesso non manifesto nulla su nessun argomento (…) non sono affatto sapiente in qualche cosa, nè ho alcuna sapiente scoperta che sia come un figlio generato dalla mia anima. Ma di quelli che mi frequentano (…) fanno progressi così straordinari, che se ne rendono conto essi stessi, ed anche gli altri. E questo è chiaro: da me non hanno mai imparato nulla, ma sono loro, che, da se stessi, scoprono e generano molte belle cose.” (Reale, a cura di, 2008).
Patricia Natalicchio
Montalcino
Director of Studies, Teacher & Professional Coach
natalicchiopatricia@gmail.com
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