Categoria: Il Counseling A.T. e il Coaching. Gli stati dell’io e le operazioni berniane

Categoria: Il Counseling A.T. e il Coaching. Gli stati dell’io e le operazioni berniane

Il Counseling A.T. e il Coaching. Gli stati dell’io e le operazioni berniane

Ci sembra interessante fare un approfondimento su due argomenti dell’Analisi Transazionale: Stati dell’Io e Operazioni Berniane, descrivendone le modalità di applicazione nel Counseling ed evidenziando possibili collegamenti e/o differenze con il Coaching.

Partiamo dalle definizioni:

Cos’è il Coaching: una delle possibili definizioni è “Il Coaching è un metodo di sviluppo di una persona, di un gruppo o di un’organizzazione, che si svolge all’interno di una relazione facilitante, basato sull’individuazione e l’utilizzo delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi di cambiamento/miglioramento autodeterminati e realizzati attraverso un piano d’azione” – (L’essenza del Coaching – 2012).

Il coaching quindi si concentra sull’individuo e sul suo sviluppo personale. Attraverso una relazione di collaborazione con il coach, il cliente (coachee) viene guidato nel raggiungimento dei propri obiettivi, esplorando le proprie risorse interne e sviluppando il suo potenziale.

Cos’è il Counseling: una delle possibili definizioni è “Il counseling è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a varie fasi della propria vita come: processi evolutivi, momenti di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.”- (Assocounseling -2011).

Obiettivo principale del counseling è quello di aiutare le persone a sviluppare la consapevolezza di sé, a prendere decisioni più consapevoli e ad affrontare in modo efficace le sfide della vita promuovendo il benessere personale e migliorando la qualità della vita delle persone.

Di qui già una prima fondamentale differenza tra le due professioni: sebbene entrambe siano finalizzate al benessere e allo sviluppo individuale e utilizzino come strumento d’elezione le potenzialità e le risorse possedute del cliente, il counseling è considerata una relazione d’aiuto mentre il coaching è prevalentemente una relazione di tipo evolutivo.

In sintesi, mentre il counseling si concentra principalmente sul supporto emotivo e psicologico delle persone aiutandole a superare problemi personali, affrontare traumi o gestire situazioni di stress, il coaching mira a guidare le persone verso il raggiungimento dei loro obiettivi attraverso azioni concrete.

Cos’è l’Analisi Transazionale: L’analisi transazionale è una teoria psicologica che si concentra sull’analisi delle interazioni sociali e dei processi di comunicazione. Si concentra prevalentemente sulle relazioni con gli altri come punto di partenza per arrivare a fare emergere il modo con cui la persona limita le sue possibilità costruendo il suo piano di vita personale.

Questa metodologia, sviluppata da Eric Berne negli anni ’50, si basa su due assunti:

1. Ognuno è OK: tutti gli esseri umani sono sullo stesso livello e hanno pari dignità e valore. Riporta al concetto di autostima da una parte e di accettazione delle differenze interpersonali dall’altro a cui si correlano la centralità e responsabilità della persona.

2. Ognuno decide il proprio destino e queste decisioni possono essere cambiate: noi siamo i responsabili delle nostre azioni e dei nostri comportamenti. Ogni nostra scelta può essere modificata e ri-decisa in modo più adeguato per noi.

I suoi presupposti teorici, la filosofia di fondo, la semplicità di linguaggio con cui la teoria può essere trasmessa e la sua struttura facilmente divisibile e quindi utilizzabile in parti (non è necessario conoscere tutta la teoria per poterne usufruire) rende il modello dell’A.T. molto funzionale e fruibile.

 

Gli stati dell’io

Uno dei temi di maggiore impatto dell’Analisi Transazionale è l’analisi degli “Stati dell’Io”. Berne suddivide la personalità in diverse parti, consistente ognuna in una struttura integrata di pensieri, emozioni e comportamenti, a cui ha dato il nome di Stati dell’Io.

Stato dell’Io Genitore (G):  è definito come quell’insieme di pensieri, emozioni e comportamenti copiati dalle figure genitoriali.

Stato dell’Io Adulto (A): è definito come quell’insieme di pensieri, emozioni e comportamenti che mettiamo in atto in risposta al qui-ed-ora. Nello Stato dell’Io Adulto risiede tutto l’insieme delle risorse, delle strategie per l’esame della realtà e il problem-solving che abbiamo disponibili in quanto persone adulte.

Stato dell’Io Bambino (B): è definito come quell’insieme di pensieri, emozioni e comportamenti riproposti dall’Infanzia.

Per una personalità sana ed equilibrata abbiamo bisogno che tutti e tre gli stati dell’Io coesistano in armonia tro loro.

Tuttavia, emerge chiaramente come lo stato dell’Io più utile per il cliente, sia durante un colloquio di counseling sia durante una sessione di coaching, sia lo stato dell’Io Adulto. Come dicevamo, è qui che risiedono quelle capacità che ci permettono di risolvere i problemi, di superare le difficoltà, di prendere le decisioni più in linea con i nostri valori, attingendo alle nostre risorse personali.

In particolare, il coach, qualora, durante una sessione, il coachee dovesse raccontare il suo vissuto da uno stato dell’Io diverso da quello dell’Adulto (ad esempio in caso di una narrazione che generalizza (G) o di una narrazione che limita troppo o troppo poco (B)) saprà che sarà necessario far sì che il cliente ritorni prima nello stato dell’Io Adulto per poter far emergere e valorizzare le sue risorse e potenzialità.

Nel counseling, invece, in una situazione nella quale il cliente si trovi in uno stato dell’Io diverso da quello Adulto, il counselor potrebbe ritenere più utile fare un passaggio intermedio utilizzando prima uno stato dell’Io complementare a quello del cliente e poi passare allo stato dell’Io Adulto. Facciamo un esempio:  se il cliente dovesse parlare dallo stato dell’Io Bambino, sperimentando ad esempio un momento di paura o tristezza (lutto, malattia, ecc…), potrebbe essere più utile che il counselor utilizzi in prima battuta il suo stato dell’Io Genitore (complementare a quello del cliente), andando a rassicurare quella parte impaurita, dandole dignità, legittimandola e accogliendola; dopo questa operazione, il passaggio del cliente dallo stato dell’Io Bambino allo stato dell’Io Adulto, risulterà più naturale ed eventuali elaborazioni ed evoluzioni successive risulteranno più proficue. Il cliente sarà spinto all’azione e non alla re-azione.

Ma come si fa a portare il cliente nello stato dell’Io Adulto? Come si fa a energizzare questo stato dell’Io in modo da rendere consapevole il cliente della realtà, del problema, delle risorse, delle sue potenzialità e di possibili soluzioni?

Nel counseling A.T. questo processo si chiama Decontaminazione e si realizza utilizzando delle tecniche specifiche che abbiano come fine quello di portare la nostra parte Adulta a decidere libera sia dalle paure o dalle ansie espresse in modo irrazionale (contaminazione da parte dello stato dell’Io Bambino) sia dai pregiudizi, da convinzioni personali e slogan generalizzanti (contaminazione da parte dello stato dell’Io Genitore).

Uno dei modi per operare questo processo in A.T. è l’utilizzo delle Tecniche Berniane:

1. Interrogazione

2. Specificazione

3. Confrontazione

4. Spiegazione

5. Illustrazione

6. Conferma

Vediamo di cosa parlano e quali possono essere i punti di contatto con il coaching.

 

Le tecniche berniane

1.L’INTERROGAZIONE

L’interrogazione consiste in un “domanda” fatta dallo stato dell’Io Adulto del counselor allo stato dell’Io Adulto del cliente.

Le caratteristiche dell’interrogazione sono:

  • Avere le informazioni necessarie per comprendere la situazione raccontata.
  • Avere dati e informazioni che pur rilevanti siano rimaste sullo sfondo.
  • Comprendere il quadro di riferimento (in termini A.T.) del cliente

 

Le domande non devono essere troppe o ridondanti; è necessario porre attenzione anche allo stato emotivo del cliente in quanto potrebbero risultare invadenti o con timing non corretto o potremmo rischiare di non rivolgerci allo stato dell’Io Adulto del cliente.

 

2.LA SPECIFICAZIONE

La Specificazione ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza di una affermazione che rischia di non essere adeguatamente valutata dal cliente.

L’obiettivo è quello di fissare ed evidenziare delle informazioni ricevute che risultano positive per il cliente in modo da favorirne la loro consapevolizzazione.

Ad esempio: “Quello che sta dicendo è molto importante…”

Bisogna porre attenzione a specificare esattamente quello che è stato detto dal cliente senza alcuna interpretazione da parte del counselor.

 

3.LA CONFRONTAZIONE

La Confrontazione sottolinea una incongruenza tra le diverse informazioni date dal cliente, sia verbali sia non verbali.

L’obiettivo è quello di rendere il cliente consapevole di eventuali grandiosità o svalutazioni. Può essere utilizzata quando il cliente utilizza espressioni assolute come ad esempio: mai, sempre, nessuno, ecc.…

È un intervento delicato che NON DEVE essere usato per far sentire il cliente NON OK.

 

4.LA SPIEGAZIONE

La Spiegazione è finalizzata a rinforzare ed orientare lo stato dell’Io Adulto del cliente attraverso la conoscenza di alcuni concetti di A.T. che possono essere spiegati in maniera semplice dal counselor.

L’obiettivo è quello di stimolare il cliente ad ampliare le proprie vedute e a osservare i propri comportamenti da altri punti di vista in modo da rafforzare la propria consapevolezza.

È importante che venga adoperato in modo da far sempre sentire il cliente OK.

 

5.L’ILLUSTRAZIONE

L’Illustrazione utilizza un aneddoto, una storia o una metafora per rinforzare un concetto.

È un intervento potente che rinforza dei concetti attraverso l’attivazione della parte intuitiva e creativa del cliente. Può essere proposto dal counselor qualora questi intraveda un beneficio per il cliente e qualora il cliente sia nella situazione idonea per ricevere questo tipo intervento.

 

6.LA CONFERMA

La conferma convalida con nuove informazioni appena ricevute quanto era emerso in precedenza andando appunto a confermare una modalità agita e ripetuta.

È un rafforzativo che ha lo scopo di esaltare degli agiti del cliente che hanno portato dei risultati positivi ed è quindi finalizzato a rinforzare la consapevolezza delle sue risorse e il funzionamento dello stato dell’Io Adulto.

 

Punto d’incontro tra le tecniche Berniane e il coaching è il Feedback d’ascolto, uno dei tre strumenti di dialogo del coaching. Il Feedback d’ascolto può essere declinato in cinque tecniche:

1.RISPECCHIAMENTO: il coach riporta lo stesso contenuto espresso dal coachee utilizzando, per quanto possibile, le stesse parole.

2.SINTESI: il coach riassume un concetto/fatto espresso dal coachee quando questo risulta molto lungo.

3.FOCALIZZAZIONE: è una iper-sintesi in quanto il coach riutilizza una parola specifica riportata dal coachee nel suo racconto (ad esempio quando il coachee utilizza una stessa parola più volte nel suo racconto o quando ne utilizza una con particolare foga).

4.RIFORMULAZIONE: è un rispecchiamento più evoluto in quanto il coach riporta sempre un contenuto del coachee ma utilizzando parole diverse pur senza modificarne il significato. Può essere utile per dare una rilettura della situazione.

5.RESTITUZIONE: il coach ritorna un suo sentito/percepito al coachee in maniera utile e funzionale (ad es. “quando mi hai detto questo, mi è arrivata questa sensazione…”). Attenzione a non attribuire la responsabilità al coachee di emozioni provate dal coach.

Il Feedback d’ascolto, fornendo al coachee un altro punto di vista riformulato dal coach in modalità oggettiva e non-interpretativa (che quindi parte dallo stato dell’Io Adulto del coach) stimola nel coachee lo sviluppo di nuove consapevolezze e nuove riflessioni su di sé e sulle sue potenzialità, in altre parole porta ad energizzare lo stato dell’Io Adulto del coachee esattamente come si propongono di fare le Operazioni Berniane con la Decontaminazione.

Possiamo notare invece delle differenze nella Spiegazione e nell’Illustrazione in quanto il counselor, all’interno di queste tecniche, può “mettere del proprio contenuto” nell’intervento.

Vediamo come: nella Spiegazione il counselor può “spiegare” in maniera semplice e utile per il cliente dei concetti di A.T. quali gli Stati dell’Io, il Copione, la Carezze, ecc…L’obiettivo è quello di dargli una nuova chiave di lettura, ampliare la sua mappa per muoversi meglio nel suo territorio.

Può essere utile a questo scopo ricordare la Geometria dell’Interazione nella relazione di coaching secondo la quale:

  • La Relazione è simmetrica, alla pari.
  • I Ruoli e le responsabilità sono complementari e distinti
  • Il Contenuto è asimmetrico, esclusivo del coachee.

Nella Tecnica Berniana dell’Illustrazione, come abbiamo visto prima, il counselor può evocare delle immagini o delle metafore sia riprendendo quelle eventualmente utilizzate dal cliente (che risulteranno sicuramente più efficaci) sia proponendone di nuove ma sempre e soltanto qualora questo possa essere utile nel processo di cambiamento.

Un aspetto rilevante dell’Illustrazione è come questa possa stimolare il pensiero creativo e il Pensiero Laterale del cliente; la stimolazione del pensiero laterale è uno degli strumenti utilizzati nel coaching per superare possibili blocchi di pensiero del cliente.

Inoltre, le domande viste nell’Interrogazione sono un grande punto d’incontro tra il counseling e il coaching; per entrambe le professioni, se ben utilizzate, sono degli strumenti molto potenti ed efficaci da utilizzare nel colloquio.

La forma e le caratteristiche delle domande di coaching sono:

FORMA:

  • Aperta
  • Chiusa
  • Scelta Multipla

 

CARATTERISTICHE:

  • Singola: si chiede una cosa alla volta.
  • Diretta e senza filtri: senza giri di parole.
  • Neutrali e non orientate: non devono implicitamente offrire consigli, non devono indirizzare.
  • Semplice – chiara – breve: chiedere esattamente quello che si vuole sapere.

 
Le “buone domande” aiutano SEMPRE il cliente ad aumentare la consapevolezza di sé (in termini di emozioni, potenziale, risorse,…) e del mondo che lo circonda (ambiente, contesto, persone, …).

 

 

Assia Schiraldi

Lombardia
Coaching evolutivo
assia.schiraldi@gmail.com

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