Categoria: Il Neurocoaching: illuminare il modo in cui il cervello supporta il cambiamento e la trasformazione delle persone

Categoria: Il Neurocoaching: illuminare il modo in cui il cervello supporta il cambiamento e la trasformazione delle persone

Il Neurocoaching: illuminare il modo in cui il cervello supporta il cambiamento e la trasformazione delle persone

Introduzione

Il cervello umano è un organo straordinario, complesso e affascinante.
È il centro del nostro sistema nervoso e svolge un ruolo fondamentale nel nostro processo di apprendimento, adattamento e crescita personale.
Comprendere come funziona il cervello e come può essere influenzato è diventato un argomento di crescente interesse nel campo del Coaching, in quanto offre un’opportunità unica per sviluppare strategie efficaci che possano stimolare il cambiamento duraturo e la trasformazione nelle persone.
Infatti, negli ultimi anni, sta emergendo un campo di riflessione sempre più intrigante che unisce le neuroscienze al Coaching, noto come Neurocoaching.
Questa disciplina affascinante si concentra sull’applicazione delle scoperte e delle conoscenze neuroscientifiche per facilitare il processo di coaching e promuovere il cambiamento, la crescita e il benessere personale e professionale.

 

Come funziona il nostro cervello

Per comprendere appieno l’impatto del Neurocoaching, è fondamentale esaminare il funzionamento del nostro cervello.
Il cervello umano è costituito da diverse regioni che svolgono funzioni specifiche e lavorano in sinergia per consentirci di pensare, sentire, apprendere e agire.

Una delle aree chiave coinvolte nel processo di cambiamento e trasformazione è la corteccia prefrontale.
Questa parte del cervello è responsabile delle funzioni esecutive (o capacità cognitive), come la pianificazione, il ragionamento, la presa di decisioni e il controllo dell’impulso.
È qui che inizia il processo di cambiamento, poiché è nella corteccia prefrontale che sviluppiamo nuove idee, obiettivi e strategie per raggiungere il cambiamento desiderato.

Tuttavia, il nostro cervello ricorre all’attivazione della corteccia prefrontale solo quando è richiesto, poiché agisce per economia cognitiva e, quindi, tende al risparmio dell’energia per la gran parte del nostro tempo.

È per questo che, una volta che il nostro cervello ha appreso qualcosa, ha integrato un’abitudine, questa si insedia all’interno dei gangli della base, che agiscono come il “pilota automatico” del cervello.

Questa regione è coinvolta nel controllo del movimento volontario e nel consolidamento delle abitudini e dei comportamenti automatici.

I gangli della base agiscono senza il coinvolgimento del pensiero cosciente durante le attività di routine e stabiliscono i circuiti neurali che ci permettono di svolgere azioni automatiche senza dover pensare attentamente ad ogni passo.

Tuttavia, queste abitudini possono anche rappresentare un ostacolo al cambiamento, poiché il cervello tende a resistere alle modifiche delle routine consolidate.

Perché è importante integrare una prospettiva neuroscientifica al coaching?

Il Coaching è un processo di supporto e guida che mira a stimolare l’apprendimento, il cambiamento e la crescita nelle persone.

Attraverso la creazione di un rapporto di fiducia e collaborazione, il Coach aiuta il Coachee a esplorare le proprie sfide, obiettivi e potenziale, facilitando il processo di scoperta personale.

Il Coaching si basa su una serie di competenze e strumenti che permettono al Coachee di acquisire una maggiore consapevolezza di sé, di sviluppare risorse interne e di pianificare azioni concrete per raggiungere gli obiettivi desiderati.

La prospettiva neuroscientifica nel Coaching ci aiuta a comprendere come il cervello funziona e come reagisce al cambiamento, per suggerire al Coach come adattare strategie, tecniche e approcci del Coaching in modo più efficace.

Un presupposto fondamentale del Neurocoaching si basa sulla consapevolezza che il cervello è un organo altamente plastico e che è possibile modellare i suoi circuiti neurali, lungo tutto il corso della vita, attraverso l’esperienza e la ripetizione di nuovi modelli di pensiero e comportamento.

 

Stimolare apprendimento e cambiamento nel cervello attraverso il coaching

Il Neurocoaching può offrire un approccio strutturato per stimolare l’apprendimento e il cambiamento nel cervello. Una delle principali sfide del cambiamento è superare la resistenza del cervello al cambiamento stesso.

Quando il cervello percepisce un cambiamento nell’ambiente, una novità, attiva dei segnali che possono indurre alla paura o all’ansia.

Perché?

Perché siamo dotati di un sistema primitivo, che attiva una reazione chiamata di “attacco o fuga” e che prepara il corpo e il cervello a “combattere” o a “fuggire” a seconda della percezione dello stimolo, questo è dovuto al fatto che il nostro cervello preferisce ciò che gli è familiare.

Questo comportamento automatico del nostro cervello può distrarci e limitarci nel perseguire un obiettivo di cambiamento, perché tende a rafforzare l’impegno a mantenere le cose come sono.

Il Neurocoaching si pone l’ambizione di superare questa resistenza al cambiamento fornendo un’attenzione focalizzata sulle nuove possibilità e i nuovi comportamenti desiderati. Attraverso domande potenti, esplorazione delle intuizioni del Coachee, opportunità per la riflessione e l’impegno attivo, il Coach può aiutare il Coachee a sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie abitudini mentali e comportamentali, e l’apertura verso nuove prospettive e soluzioni.

Secondo Jeffrey Schwartz, un neuroscienziato rinomato, una delle chiavi per apportare un vero cambiamento nel cervello è la “densità di attenzione”. Questo concetto si riferisce alla quantità di attenzione che dedichiamo a qualcosa.

Quando vogliamo realizzare un cambiamento trasformativo, è necessario avere un elevato livello di densità di attenzione focalizzata sulla nuova idea, comportamento o possibilità verso cui ci stiamo dirigendo.

Concentrarsi attentamente e ripetutamente su un’idea o un obiettivo specifico crea nuove connessioni neurali nel cervello, modellando la sua struttura e facilitando il processo di cambiamento.

I Coach, attraverso l’uso di domande mirate e le tecniche di Coaching, possono aiutare le persone ad aumentare la loro densità di attenzione. L’esplorazione delle intuizioni del Coachee, l’indagine profonda delle sue convinzioni e il rafforzamento delle sue motivazioni possono contribuire a focalizzare l’attenzione sul cambiamento desiderato.

 

 

Applicare il Neurocoaching al benessere personale e alla crescita

Uno degli ambiti che mi appassiona maggiormente sia come persona che come professionista è quello della promozione del benessere personale e professionale.

L’applicazione del Neurocoaching aggiunge una prospettiva interessante su come guidare le persone al benessere personale, all’evoluzione e alla crescita, offrendo l’opportunità di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé, trasformare le abitudini dannose in abitudini salutari e benefiche, potenziare la propria presenza e raggiungere uno stato di equilibrio, benessere generale e flourishing.

La metodologia del Neurocoaching può guidare le persone, attraverso l’uso di domande mirate e le tecniche di Coaching, ad allenare la propria capacità di riconoscere e modificare i modelli di pensiero e comportamento che possono ostacolare il loro benessere e la loro crescita.

Ad esempio, se qualcuno ha una tendenza a sviluppare pensieri negativi ricorrenti, il Coach può aiutarlo a prendere consapevolezza di questi schemi e a sostituirli con pensieri più positivi e costruttivi. Questo processo richiede un’attenzione focalizzata continua, una densità di attenzione, ma può portare a un cambiamento duraturo nella prospettiva e nella qualità della vita.

Il Neurocoaching può essere applicato anche, ad esempio, al miglioramento delle abitudini di autoregolazione, come l’alimentazione, l’esercizio fisico, la gestione dello stress e il sonno.

Comprendere come il cervello elabora e forma le abitudini può aiutare il Coach a supportare le persone nell’identificazione delle sfide che potrebbero incontrare nel cambiare abitudini non salutari e sviluppare strategie per superarle.

Ad esempio, se qualcuno desidera adottare uno stile di vita più attivo, il Coach può aiutarlo a creare un piano d’azione graduale che va nella direzione di introdurre micro-comportamenti progressivi che mirano al raggiungimento di quell’obiettivo di benessere.

Un altro esempio pratico di come il Neurocoaching può essere applicato al benessere personale potrebbe riguardare la gestione dello stress. Il Coach potrebbe supportare la persona a sviluppare una maggiore consapevolezza dei segnali fisici e mentali dello stress.

Questa consapevolezza permette al Coachee di intervenire in modo più tempestivo e di adottare strategie di autoregolazione per ridurre la reattività allo stress. Inoltre, il Coach potrebbe accompagnare la persona nell’esplorazione di pensieri e credenze che amplificano lo stress e supportarlo nella loro ridefinizione e sostituzione con pensieri più funzionali e positivi per il Coachee.

Attraverso questo processo di Neurocoaching, la persona acquisisce nuovi strumenti e strategie per gestire lo stress in modo più efficace, riducendo così l’impatto negativo sulla sua salute e benessere complessivo.

 

Conclusioni

Credo che il Neurocoaching rappresenti un’importante evoluzione nel campo del Coaching, poiché integra la conoscenza delle neuroscienze con le pratiche di Coaching per stimolare il cambiamento e la trasformazione delle persone, tenendo conto dei meccanismi di funzionamento del cervello.

Comprendere come funziona il cervello e come può essere influenzato apre nuove possibilità per accompagnare le persone a raggiungere i propri obiettivi, sviluppare nuove competenze e raggiungere uno stato di benessere personale più elevato.

Il Neurocoaching rappresenta una promettente frontiera nel campo del Coaching e apre nuove opportunità per supportare le persone nel percorso verso l’espressione del loro pieno potenziale.

 

Najoua Meddad

Psicologa per il Benessere, Consulente, Coach professionista
Milano
najoua.meddad@mida.biz

 

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