Categoria: Coaching professionale: tecniche avanzate per aiutare i tuoi clienti a superare le sfide

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raggiungimento di un obiettivo

Coaching professionale: tecniche avanzate per aiutare i tuoi clienti a superare le sfide

Un lieto inizio

La prima volta che ebbi a che fare con un Coachee e i suoi bisogni di riscatto di vita ripensai ad un concetto base del mio training di formazione: la cassetta degli attrezzi del Coach non si esaurisce mai ma va arricchendosi con il tempo, con l’esperienza, con la sperimentazione, con la curiosità.
E come allora, ancor oggi continuo a chiedermi: potranno mai bastare le mie tecniche ad accompagnare un Coachee nel superamento delle sue sfide personali?

Fermo restando che ogni cassetta si configura come un poliedrico e personalissimo bagaglio senza fondo, alla maniera che solo può la magica valigia di Mary Poppins, possiamo affermare che esistano tante tecniche e tante combinazioni quanti sono gli umani pensanti Coach. Anche se è innegabile che alcune hanno più forze ed efficacia di altre.

 

Quale scegliere

Tra le mie preferite, per affinità con la mia personalità e le mie attitudini, io privilegio quelle che mi consentono di interagire con il Coachee su tre piani fondamentali, il tutto attraverso esercizi di work in, work out, lavori di scrittura, di arteterapia, di racconto immaginativo. I tre focus a cui mi riferiscono, affinché il Coachee possa essere accompagnato nel raggiungimento del suo obiettivo, sono i seguenti:

1. I meccanismi di difesa e di autosabotaggio poiché elementi basilari, essenziali di ogni relazione con le persone e con il mondo.
Sono infatti propriamente questi che rischiano di rendere più frammentario e confuso il comportamento umano, distaccandolo dall’esperienza della vita reale.
Trattasi di elementi che rischiano di confondere il Coachee sul piano dell’impulso e della consapevolezza, rendendo più instabile e infruttifera la scelta, l’azione, l’espressione autentica di sé.

2. La creatività o capacità di pensare in modo creativo.
Trattasi infatti di un processo dinamico che ammette sensibilità, pensiero laterale in esercizio, capacità di analisi e di sintesi, gioco, capacità di creare qualcosa di nuovo.

3. Fare/agire.
Come diceva Fichte :” thinking is for doing”. Il dubbio allora è il seguente: sappiamo che cosa fare e non lo facciamo oppure semplicemente non sappiamo cosa fare e dove dirigerci?

Se siamo delusi, sconfortati, frustrati è bene procedere oltre i propri pensieri autolimitanti e cominciare a fare, accogliere quindi un primo passo di azione.

Nuotare contro corrente, si sa che richiede sforzo e impegno; tuttavia, una cosa è abbandonarsi al movimento passivo, altra cosa è scegliere di guidare il movimento, dirigere l’azione, assecondare quindi una mobilità significativamente costruttiva che volge alla più autentica realizzazione di sé stessi.

 

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In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®

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