Categoria: Principi e tecniche per un ruolo da coach

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ruolo del coach

Principi e tecniche per un ruolo da coach

La costruzione di una identità e di un ruolo professionale è questione che sempre impegna il soggetto all’interno di una progettualità, sorretta da un complesso di valori, tecniche, competenze, a cui ispirare la propria condotta.

 

Qual è dunque la cornice etica e pratica che regola l’atto qualitativo nel ruolo di coach?

Trattasi di un quesito complesso che trova soluzione solo all’interno di una formazione competente e che è capace di ordinare il mosaico di percezione, ricerca, azione di un aspirante coach all’interno di un processo professionalizzante. Essere coach presuppone allora, prima ancora di incontrare la tecnica del coaching, un adesione consapevole e motivata alla visione che il ruolo richiede: mettere la propria sensibilità, il proprio sapere ed agire in grado di operare in modo empatico, dinamico, efficacemente costruttivo per favorire nell’altro ( coachee) lo sviluppo del suo potenziale e con esso condurlo  alla verità della sua vita autentica. Tanto appassionante quanto il fatto da richiedere al tempo stesso impegno e convinzione, auto-controllo, metodo e continua supervisione del sé professionale.

Come conquistarsi un ruolo da coach?

A tale scopo serve appropriarsi di determinati cardini professionali del coaching che ne tessono la pratica quotidiana. Nella mia educazione, sono stati significativi e motivatori i seguenti aspetti:

  • Flessibilità e creatività riflessiva, comportamentale e di metodo: L’altro (il coachee) porta con sé il progetto del suo continuo divenire. Per questo motivo espone la tua riflessività verso un disorientamento positivo che ti impegna a rimodulare ogni volta il  mind-set, impegnandoti coerentemente ad accettare la sua scommessa di insperato, di incerto e di inespresso.
  • L’attenzione consapevole verso tutti i canali della comunicazione umana (verbale, para-verbale, non verbale) che permettono di edificante una relazione facilitante con l’atro. Il tutto presuppone un allenamento dei processi di ascolto, alleanza, accoglienza, autenticità, feedback.
  • Acquisire la tecnica del “silenzio” del coach: presuppone la capacità di stare e rispettare il tempo dell’altro, riflessivo ed emotivo, assecondando il suo ritmo/ flusso di parola o inazione. Trattasi di uno strumento potentissimo per il ruolo del coach poiché consente di alimentare un modello ciclico di risonanza positiva basato sulla triade stimolo-risposta-rinforzo.
  • Padroneggiare la strategia di coaching mediante l’attuazione di un processo maieutico volto allo stimolo della consapevolezza, della ricerca e dell’attuazione di soluzioni.
  • La competenza delle domande efficaci: un coach è tenuto ad affinare l’abilità di somministrare una domanda ben posta, qualificata come tale sulla base di precisi elementi linguistici che necessitano di essere rispettati per favorire l’elaborazione riflessiva del coachee.
  • L’assioma “Pensare è per agire”: il coaching è molto più che un laboratorio narrativo.  Un coach acquisisce la chiara visione che lo sviluppo del potenziale umano, quindi Il suo evolversi e migliorarsi, passa necessariamente attraverso un processo traduttivo delle riflessioni in obiettivi definiti, collocati poi all’interno di un settato piano di azioni monitorato. Questione di distanza tra sogno e progetto.
  • Le simmetrie meta tra coach e coachee: presuppone la capacità di tenere la giusta distanza nella relazione per garantire un setting funzionale, protetto e accogliente. Mi riferisco a quello spazio relazionale che permette al coach di acquisire una visione della situazione più ampia e globale, attraverso la centratura di  una posizione di neutralità.  Significa anche andare oltre   il livello del contenuto dell’altro (il coachee) per stare sul processo, evitando condizionamenti e suggestioni alla propria postura professionale.

 

Di Sintesi, ho sperimentato che essere coach non solo presuppone l’evoluzione di ciò che ti appartiene necessariamente; al tempo stesso richiede la conquista di un modus operandi che traduce la propria vocazione di passione ed etica in una pratica professionale. Per questo motivo, acquisire il metodo coaching  diventa significativo non solo per costituire una nuovo ruolo professionale ma ancor più per esaltare e migliorare, in ottica interdisciplinare, quello che ognuno già vive quotidianamente.

Per approfondimenti puoi esplorare il seguente link:  https://www.incoaching.it/cose-il-coaching/

 

 

 

In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®

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