Credere, Credere, Credere…
Con il campione olimpico c’è tutto lo staff che esulta.
Una determinazione senza uguali.
Per Gianmarco è stato il coronamento di un sogno, un sogno che è partito già da prima di Rio 2016.
È stata una liberazione totale di Gianmarco, l’abbiamo visto tutti… Ogni cellula esprimeva la sua gioia e la sua felicità.
Lavoro con lui dal 2014 ed abbiamo vissuto il periodo d’oro del 2015-2016, ma anche la grande delusione di Montecarlo. Si merita veramente quello che finalmente ha ottenuto con grande passione, spirito di sacrificio e determinazione.
Per Gimbo è stato fondamentale vivere con una profondità incredibile il momento, attimo dopo attimo, senza un prima o un dopo, concentrato completamente in quello che stava vivendo. Così anche il tempo si rallenta…
Il Salto in Alto è una disciplina tecnica che richiede grande equilibrio e concentrazione. Nel momento in cui ha scritto la frase sul gesso ho capito che sarebbe tornato in alto.
Qual è il ruolo del Mental Coach?
Fare il Mental Coach nello sport vuol dire lavorare con gli atleti in 2 direzioni ben distinte.
1_Utilizzando la metodologia del Coaching ricercando lo sviluppo del potenziale della persona/atleta e abbassando il volume delle interferenze.
2_Con tecniche di Mental Training specifiche si lavora con la Visualizzazione, con la Respirazione, sul Miglioramento del focus.
Il distacco con l’atleta è necessario per avere una visione più oggettiva possibile. In particolare le domande che vengono fatte, vengono da quello che dice l’atleta sia come espressione verbale che fisica. Lo strumento principale è fare domande che inducano reazioni di cambiamento.
Il mental coach non conosce la tecnica sportiva in sé ma si deve concentrare sull’atleta. Ciò in cui crede o che sente per riuscire a innescare il cambiamento. La distanza con l’atleta la perde e si annulla nella gara: l’atleta non lo vede ma il mental coach è lì che fatica come l’atleta.
Nel 2017, quando ancora non c’era la condizione fisica ottimale a causa del brusco arresto determinato dall’infortunio, poiché Gianmarco è uno che non si risparmia e canalizzava spesso troppo, ho usato per lui la metafora dell’imbuto: “non sai quanto l’imbuto sia grande per cui devi imparare a dosare l’energia” e gli ho regalato un imbuto per fargli capire quale fosse il corretto equilibrio tra volontà e quanto serva per far passare l’energia senza sprechi.
Con Gianmarco è stato un percorso in un crescendo esponenziale dal punto di vista della determinazione e della voglia di raggiungere il Sogno.
Luciano Sabbatini
Mental Coach
Responsabile settore Sport di INCOACHING®
“Portland, Amsterdam, Glasgow, Torun e Tokyo 2020 un viaggio fatto insieme… sei grande Gimbo!”
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