La potenza della sintonizzazione. Scopri il segreto delle relazioni di coaching efficaci
Se questa è arte…
All’arte piace essere. Non solo.
All’arte piace essere in sintonia nella misura in cui sa parlare, fino a giungere a toccare l’altro, per colore, forma e simbolo.
Ecco l’iperbole perfetta per una metafora del Coaching. Nell’ambito dei linguaggi espressivi, guardando al Coaching come un laboratorio narrativo che agisce su consapevolezza, creatività funzionale al problem solving ed empowerment delle risorse personali, il gioco tra intuizione e percezione diventa serio e definisce lo stile professionale.
Questione di valenze sensoriali che agisce sulla costruzione di una relazione facilitante con il Coachee, ne qualificano poi l’identità di un Coach e distinguendolo lo identifico, dandogli precisa sostanza professionale… ergo sum.
I 4 saperi del Coach
Facciamo allora un passo indietro volgendo lo sguardo alla cornice che sorregge la capacità del Coach di sintonizzarsi con il Coachee ovvero analizzando i cardini della sua working self * (concetto di sé operante in un contesto/situazione precisa).
Presenza, tempo, dono, sostengono il fare/dare parola all’interno di una relazione che vuole essere significativamente evolutiva e costruttiva.
Ciò che li attualizza è connesso alle seguenti capacità:
1) Saper essere accogliente/ saper dare accoglienza: presuppone un’apertura al contempo mentale e relazionale, capace di cogliere le dinamiche di congruenza/incongruenza, asimmetria e complementarità tra uno stare e un parlare. L’accoglienza consente di fare spazio all’altro, comunicandogli un contesto e disponendogli un tempo protetto, familiare, affidabile, coerente. Accogliere è una parola magnifica che comprende in sé derivazioni fertili come cogliere e raccogliere. In questo senso evoca la disposizione a preparare una dimora per l’altro in cui possa sentirsi al sicuro, o ancora un punto di approdo in cui possa riporsi al centro di sé stesso, in ottica self- development.
2) Saper ascoltare: audire segna il tempo e la punteggiatura della relazione, all’interno della dialettica parola, gesto, silenzio. Nello specifico si tratta di esercitare un ascolto attivo, tale per cui il Coach attua un ciclo comunicativo di parola, pausa, scambio empatico alieno da pregiudizi, condizionamenti umorali, etichette morali. L’ascolto attivo è quello capace di stare sull’altro, libero dal proprio ego, accogliente verso tutto quello che l’altro rappresenta, stimolando in questo modo l’auto-svelamento e l’auto-esplorazione del Coachee.
3) Saper dare/fare alleanza: trattasi di elemento imprescindibile connesso all’ascolto e all’accoglienza. Tutto ciò conduce a porci, ad affiancarci all’altro, senza ma e senza sé. L’alleanza si sa costituisce un importante attivatore di positività, di apertura, di creatività autorigenerante. È in grado di soddisfare il più alto bisogno di umano riconoscimento e rispetto, accordando gli intenti e gli istinti dei dialoganti, all’interno di una intesa e di una sintonia più efficace nella condivisione.
4) Saper essere autentici: esprime un dono responsabile; implica la capacità di entrare in relazione donando pienezza, sincerità, coerenza di sé stessi. Sono disposizioni dell’essere che rese visibili all’altro ( Coachee) alimentano, per reciproco consenso, l’ apertura comunicativa, inibendo gli schemi difensivi e facilitando la libertà espressiva.
Proprio sulla base di questi 4 principali saperi che si richiamano e si rincorrono, le parti in dialogo sono sollecite ad agire un passo verso più che un passo contro, aprendo possibilità e infinite note emotive che agiscono sullo sviluppo gioioso dell’animo umano. Il tutto non esaurisce il discorso sulla sintonizzazione nella relazione; tuttavia, ne traccia i passaggi più salienti.
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In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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