
La dialettica del dare e del ricedere un feedback
Siamo essere pensanti?
Avere dei pensieri non significa essere degli individui pensanti: di questo ne hanno sempre avuto chiarezza gli antichi filosofi quanto colui/colei che, in qualità di Coach professionista, può sperimentare ogni giorno la valenza di questa affermazione. In tal senso una dialettica, data dal dare e ricevere feedback, rivela meglio la sua efficacia all’interno di uno scambio di pensiero e parola attuativo di determinati passi/passaggi, capaci cioè di condure il Coachee verso una maggior consapevolezza di sè e profondità di elaborazione.
Si fa presto a dire feedback!
All’interno di un feedback efficace, dare e ricevere informazioni, presenta le seguenti caratteristiche narrative:
- 1) La co-narrazione è ri-narrazione: presupposto che la mente funziona tramite la creazione di modelli, da cui ne discende che ogni nuova idea è indotta a confrontarsi con quella già strutturata e presente, il feedback è funzionale quando agisce un cambio di prospettiva e di intuizione tra pensieri, parole, immagini e percezioni.
- 2) La co-narrazione è ri-organizzazione: gli elementi del discorso vengono ribaltati, riqualificati secondo un ordine semantico diverso, tale da permettere al Coachee di agire un salto sopra il proprio pensiero logico-sequenziale, per accendere abilità inaspettate del proprio pensiero laterale.
- 3) La co-narrazione è ri-costruzione: per tessere un quadro narrativo più chiaro e completo, il feedback deve permettere al Coachee di condursi fuori dallo spazio di parole vuote, vaghe, passive e impersonali, per poi passare a una comunicazione di sé che sia fenomenica ( quando riposa sugli eventi per oggettività), strutturata (dando peso alla storia),emozionale (dando espressione ad emozioni, intuizioni e sentimenti), personale ( per il quale il soggetto si riconosce come protagonista attivo e artefice delle proprie azioni).
- 4) La co-narrazione è ri-creazione ottimistica-realistica: favorire la profondità di elaborazione da parte del Coachee presuppone una restituzione di ascolto capace di generare una narrazione costruttiva e proattiva. Quest’ultima è tale nella misura in cui il Coachee è stimolato a creare nuove connessioni, a superare i blocchi di autolimitazione dei pensieri e delle espressioni emozionali, legittimandosi così a considerare la sua storia in altro modo possibile.
- 5) La co-narrazione serve a ri-prendersi tra le mani: un feedback efficace è quello utile a condurre il Coachee nel rafforzamento della capacità di discernere tra dati/fatti e opinioni/interpretazioni/giudizi, sviluppando di conseguenza una visione d’insieme, prospettiva e distaccata, ovvero dando vita a una giusta distanza, necessaria al Coachee per poter ponderare in modo più significativo il proprio narrarsi.
Quando ricevere presuppone il dare.
Nell’essereCoach, il tutto assolve ad una principale funzione: permettere al Coachee di ricodificare il proprio racconto autobiografico in modo più consapevole, tramite cui generare un’autentica innovazione ed evoluzione di pensiero, di soluzione e di azione. Il tutto è altresì funzionale per stimolare nel soggetto la capacità di riflessione critica e autonoma, facilitante la possibilità di spogliare la sua storia di artificiosità per condurla verso una dimensione di vita più reale e coerente.
In fondo, come afferma lo psicologo ungherese Csìkszentmihàlyi, autore del concetto di Flow, “se non si è disposti ad abolire i propri schemi protettivi entrando in un gioco dal risvolto inedito”… proprio come accade all’interno della dinamica narrativa di feedback”… “non si può sapere se si ha capacità di stupirsi del reale e di autodeterminarsi di conseguenza”.
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In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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