
Ciò che definisce un feedback efficace
Nell’essere coach la prassi di feedback rivela una specularità tra Coach e Coachee che espande e non implode, che aggiunge e non sottrae, che veicola l’informazione affinché possa generare una rivelazione e con essa una nuova consapevolezza: mi riferisco a quel dialogo che condotto all’interno della narrazione di Coaching porta i soggetti a dare e a darsi parola e con essa presenza, rispetto, senso e significato, con cui è possibile edificare una relazione facilitante.
Seguendo quest’ottica un feedback che si possa considerare efficace è quello che tutto accoglie e tutto comprende, nel senso di tenere insieme, poiché a tutto viene attribuito un valore.
I tratti salienti di un feedback efficace
A mio parere, la pratica e la grammatica di feedback diviene funzionale e costruttiva al processo di chiarificazione del Coachee quando:
- Permette di ricodificare i rapporti tra tacito, implicito ed esplicito.
- Consente di rinnovare e riqualificare la relazione esistente tra ciò che sta sullo sfondo e ciò che necessita di essere messo in primo piano.
- Ammette la possibilità di distinguere per priorità e valore ciò che è principale per una maggior chiarezza del Coachee rispetto a ciò che è sussidiario e marginale.
- È capace di portare ad evidenza e a interrelazione particolari, sfumature, toni e sottotoni emotivi del Coachee, evitando atti comunicativi tendenziosi, stereotipati, vaghi e confusi.
Il punto di partenza per la gestione efficace di un feedback, facilitante nel Coachee una narrazione consapevole, è dato quindi dalla seguente riflessione: il sapere e il sentire del Coachee, in dialogo con sé stesso e con il Coach, va costruendosi pensando e progressivamente, per poi trasformarsi e alfabetizzarsi all’interno di una visione più chiara. Ne consegue che all’interno di una fase, sia essa esplorativa, elaborativa o esecutiva, la grammatica di pensiero del Coachee non è mai completamente conosciuta o dominata. Il tutto narrativo è dinamico, è messo in continuo esercizio linguistico nel tentativo di accordare le esperienze alla interpretazione della realtà, poiché è proprio nella ridefinizione dei suoi vissuti personali e dei codici comunicativi atti ad esprimerli che si rivelano le potenzialità e gli spazi inesplorati del Coachee.
Di sintesi, il feedback efficace di un Coach è quello capace di massimizzare il fraseggio della relazione avendo cura e rispetto delle parole con precisione sintattica e semantica, tale da evitare di cadere in espressioni disfunzionali perché manipolatorie, giudicanti, persuasive, suggerenti e distorsive.
Quello che facciamo con le parole è importante
Affinché tutto questo non rimanga una pura astrazione, un virtuosismo linguistico, un caos dialettico o una digressione di pensiero articolata in parole disgiunte e spezzate, proprio il Coach si fa dono al Coachee con la restituzione d’ascolto, fungendo da stimolatore e catalizzatore di tutti quegli elementi del racconto che per forza pro-motiva, positiva e previsionale, capitalizzano i processi di autoconsapevolezza, di assunzione di responsabilità e di autoefficacia.
Per tutto questo serve pratica e grammatica, partendo dal presupposto che una gestione efficace di feedback presuppone metodo (il metodo del coaching appunto) e spontaneismo insieme. Lo scopo ultimo è tessere e valorizzare una filigrana preziosa di dialogo e scambio reciproco, capace di tenere tutto insieme, ovvero sapere e sentire, ragione, intuizione, immaginazione, sentimento e motivazione.
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In esclusiva per INCOACHING®, testo di Simona Rebecchi – Coach professionista diplomata INCOACHING®
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