Categoria: Il coaching: un percorso solo individuale?

Categoria: Il coaching: un percorso solo individuale?

Il coaching: un percorso solo individuale?

La mia tesina… Come non pensare a quello che mi occupa la mente adesso? L’impegno civile!
Non basta: l’impegno civile come unico strumento per contribuire alla rinascita del mio Paese.
Rinascere. Ecco vorrei parlarvi di due rinascite: la mia e quella dell’Italia.
E’ troppo ambizioso pensare di rinascere? E pensare che la mia rinascita passi attraverso l’impegno profuso per far rinascere il mio Paese?
E che l’obiettivo ultimo di questo percorso di coaching sia ritrovarmi, e ritrovando me stessa   vedersi risollevare le sorti dell’Italia?
Questo corso mi ha insegnato che nessun obiettivo è troppo ambizioso, se ci credi veramente ed agisci di conseguenza!
Quindi eccomi qua: coach di me stessa e di un intero Paese, coachee impegnato a sviluppare le proprie potenzialità e quelle di tutto il sistema che la circonda!

Il percorso di coaching – parallelismo tra individuale e collettivo

Il bisogno di cambiamento mi accompagna da un po’ di tempo, e mi accompagna non solo nella mia sfera privata, in particolare della mia attività lavorativa, ma anche nella mia sfera sociale, di cittadina del mio Paese.
Allora, non senza difficoltà, ho pensato di AGIRE.
Stanca di subire le notizie sui giornali, alla Tv, stanca di lamentarmi per una situazione che influisce sul mio vivere quotidiano di professionista e di cittadina.
Che fare? FARE!

Lo scopo ultimo del coaching

Nel primo incontro di questo percorso di coaching una semplice frase mi ha colpito, la formula di Gallwey:

PRESTAZIONE = POTENZIALE – INTERFERENZE

E, d’istinto, l’ho declinata su due livelli:

individuale

Prestazione di GRETA = Potenziale di Greta – Interferenze sulla prestazione di Greta

 

collettivo

Prestazioni dell’ITALIA = Potenziale del Paese – Interferenze che ne ostacolano lo sviluppo

La cosa che mi ha spinto a riflettere e ad accostare il mio percorso a quello della mia Nazione è la consapevolezza che il principale fattore di interferenza su entrambi i livelli è lo stesso:

L’ATTUALE CLASSE POLITICA

Greta
Cosa ha impedito a Greta di far emergere ed esercitare appieno le sue potenzialità?
Greta ha studiato e si è impegnata per diventare una professionista esperta in materia fiscale. Il suo obiettivo era di operare come consulente nelle aziende per aiutarle a pianificare le strategie societarie ed operative in modo tale da ottimizzarne il carico fiscale.
Negli ultimi anni Greta si è resa conto che il suo obiettivo si stava allontanando: sempre meno consulenza sempre più adempimenti obbligatori; normative sempre più complesse e stringenti, ambiti di manovra sempre più ristretti, burocrazia sempre più pressante.
Perché? Perché la classe politica degli ultimi 20 anni ha operato principalmente sul fronte delle entrate, con continue manovre fiscali ed introduzione di molti, troppi obblighi inutili ed onerosi.
Ciò ha reso il compito di Greta sempre più sterile, gravoso, insoddisfacente e lei vede allontanarsi quella soddisfazione professionale per la quale ha lavorato fin qui.
La classe politica degli ultimi 20 anni ha soffocato le potenzialità di Greta.

Italia
Anche l’Italia, intesa come Paese che lavora, che produce, che si impegna e quindi che ha grandi potenzialità ha sofferto e soffre del peso di tutti i vincoli che lo Stato le impone.

Alcuni dati:

  • Nel rapporto fra burocrazia e imprese l’Italia presenta il maggiore livello di arretratezza nel confronto internazionale. Scorrendo le graduatorie della indagine Doing Business della Banca Mondiale (2012), il Paese risulta molto in ritardo rispetto alle altre economie avanzate posizionandosi al 87° posto nel ranking 2012; e in particolare lo è per gli oneri derivanti dagli adempimenti fiscali (134°) posto
  • L’aliquota fiscale/contributiva totale per un’impresa media è pari al 68,3%, contro una media Ocse del 43,1%;
  • Il fisco italiano si distingue per la sua complessità: pagare le imposte richiede mediamente 15 adempimenti per un totale di 269 ore-uomo, contro una media Ocse di 12 adempimenti per 176 ore-uomo;

tutto questo a fronte di una realtà produttiva che ha grandi potenzialità, si pensi alla nostra industria manifatturiera, all’appeal del Made in Italy,  al possibile sviluppo dell’industria turistica e alberghiera.

E’ indubbio che questa situazione rende il presente percepito molto insoddisfacente anche per i miei concittadini.
I suicidi dei piccoli imprenditori che non riescono a sostenere il peso di una crisi che li attanaglia, e di un sistema che, anziché sostenerli, li opprime, li perseguita, li fa sentire colpevoli ed indegni!
Purtroppo, nel suo ufficio Greta tocca con mano tutte le difficoltà e le insofferenze dell’Italia che lavora.
Greta, dalla sua scrivania, con i suoi strumenti (non propriamente quelli del coach ma molto simili) analizza il presente percepito dei suoi clienti, imprenditori e aziende, ma anche dipendenti e padri di famiglia che, si sentono sempre più lontani dal futuro che sperano; riflette sulle notizie economiche che legge sui giornali, sulla tragica sorte di un Paese dalle grandi potenzialità, mal governato e seriamente danneggiato a livello di credibilità internazionale.
Perché, laddove l’economia reale non brilla, almeno la serietà di intenti e di governo di un Paese, riescono a difenderlo dai dannosi attacchi del mondo finanziario.

Una considerazione, allora, ritorna:
La classe politica degli ultimi 20 anni ha soffocato le potenzialità di Italia.

LA RELAZIONE
Greta

Se il pilastro fondamentale di un percorso di coaching è la relazione… per Greta è tutto sommato facile!
Ha trovato un bravo collega, hanno instaurato una relazione di dialogo .. “et voilà”… in Greta emerge la consapevolezza delle proprie capacità e si chiariscono gli orizzonti.
Greta VUOLE cambiare e PUO’ farlo.
Come?… avendo il coraggio di abbandonare “il Deposito F”, di formaggio ormai vuoto; o meglio che si va svuotando.
D’un tratto diventa evidente che la professione che si è costruita e per la quale ha lavorato e nella quale ha anche trovato le sue soddisfazioni (il deposito F) si va svuotando: le difficoltà aumentano e le soddisfazioni, economiche e professionali, diminuiscono.
Allora la presa di coscienza delle proprie capacità diventa per Greta il primo elemento che determina e attiva il coraggio necessario per uscire dal “deposito” ed affrontare il “labirinto”.
Fuori dall’ufficio c’è un mondo in cui Greta può trovare nuovi stimoli ed affrontare nuove avventure per arrivare a nuove soddisfazioni.
Il primo passo è “uscire” dal deposito, tagliare il “cordone ombelicale” con la “creatura” professionale che Greta ha costruito e che, nella sua consapevolezza, è destinata al declino (il deposito che  si va svuotando…).
E come scrisse Ridolino “QUANDO SUPERI LE TUE PAURE, TI SENTI LIBERO”.

Italia

Per il coachee Italia è indubbiamente più difficile trovare il suo coach.
Chi può dare ascolto alla crisi di autogoverno di un’intera nazione ed aiutarla ad intraprendere un percorso di consapevolezza delle sue potenzialità?
In questa ricerca mi sono imbattuta in un iniziativa che mira proprio a dare risposta a questa domanda: voc-azione.org

Questa la presentazione in home page del sito:

Ci siamo chiesti da dove iniziare per generare un cambiamento positivo e abbiamo trovato una possibile strada, che riflette il modo in cui vengono costruite le iniziative per il cambiamento culturale nelle aziende.L’idea è quella di utilizzare un diagnostico culturale sui valori che gli italiani vedono riflessi nel modo in cui opera l’Italia e quelli che invece vorrebbero vedere. I risultati dell’indagine vengono poi utilizzati per:

  • Promuovere nelle istituzioni e nelle organizzazioni l’idea di una governance basata sui valori;
  • Promuovere Dialoghi per il cambiamento positivo tra i cittadini e tra questi e lstituzioni/organizzazioni pubbliche al fine di creare un network di conversazioni in grado di creare cambiamento.

L’iniziativa – che abbiamo chiamato VocAzione (da Voce e Azione, cioè conversazioni che creano cambiamento) – non si riconosce in nessun partito politico, ma vuole diventare “voce” degli Italiani al servizio di tutti coloro che governano comuni, città, province, regioni e l’intera Nazione per contribuire a creare un nuovo modus operandi, una nuova cultura che rispecchi ciò che gli Italiani desiderano.

Così come in un percorso di coaching individuale è importante dar voce alle proprie riflessioni, perché questo da corpo e rende “reali” i propri pensieri e li indirizza verso la loro realizzazione, così credo che sia importante  trovare il modo per dar voce all’Italia nel suo insieme, nella sua multiforme complessità

Questo è l’invito a tutti gli italiani ad esprimersi e partecipare ad un vero percorso di coaching nazionale:

L’Italia in crisi è quella in attesa, quella intimorita tra le vicissitudini dello spread e dei dibattiti preelettorali.
Questa è l’Italia “degli altri”, della televisione e dei talk show.

A fianco, e ben più importante, c’è l’Italia del “noi”, quella che parla con la voce dei singoli cittadini e quella da cui, qualunque sia stato il risultato elettorale, si deve partire.Perché l’Italia del “noi” cambia quella “degli altri”, perché siamo noi i semi della rinascita del nostro Paese che, mai come ora, è parsa tanto urgente. E l’Italia del “noi” comincia da te. Dalla tua voce che racconta l’Italiano che sei per costruire l’Italiano che vorresti essere.
Ed è una “voce in azione”, capace di farsi ascoltare proprio perché è in grado di ascoltare se stessa
Come pensiamo infatti di poter chiedere al sistema di esprimere valori che noi stessi forse non riusciamo a riconoscere e rendere “vivi” al nostro interno?Attraverso VocAzione noi abbiamo deciso di fare un percorso insieme a voi perché questo patrimonio (che secondo Barrett ha un potenziale evolutivo degno del Big Bang) cominci di nuovo ad emergere, a parlare e attraverso il dialogo a cambiare le cose.

L’alternativa? Continuare a lamentarci di quello che non va, di una classe politica che non funziona e che non ci rappresenta. Ma, come abbiamo visto, non regge. E ci sono ragionevoli dubbi che abbia effetti anche più gravi di un semplice freno all’evoluzione.

Lo strumento utilizzabile e proposto è L’NVA, sostanzialmente un’indagine per la mappatura dei valori a livello nazionale, esattamente lo stesso utilizzato per le comunità ed organizzazioni di vario genere.

Questo strumento:

  • Consente a politici, governi e comunità di misurare e monitorare nel tempo il grado rispetto al quale i bisogni e i valori dei cittadini delle loro nazioni o comunità sono soddisfatti, e quindi il livello di felicità/benessere che le persone percepiscono.
  • Rende visibili i problemi più importanti della nazione o della comunità, e può essere usato per generare profonde e significative conversazioni tra differenti gruppi sociali sulle priorità nazionali e delle comunità.
  • Offre una road-map per raggiungere una sostenibilità a lungo termine.

Attraverso questo strumento a partecipazione collettiva si mira a far emergere in modo esplicito, consapevole, il PRESENTE PERCEPITO ed il FUTURO DESIDERATO del coachee Italia.

Il presente percepito, come esplicitato attraverso l’NVA, e non solo attraverso le considerazioni più o meno personali di Greta, può essere in qualche modo rappresentato dal livello di entropia della nostra società.
In primo luogo una semplice definizione di “entropia culturale”:
L’entropia culturale è il grado di disfunzionalità che si verifica in una comunità o nazione dovuta alla presenza percepita di bisogni insoddisfatti e comportamenti basati sulla paura che hanno un impatto nella popolazione generale. (…). E’ una misura del conflitto, dell’attrito e frustrazione che esiste in una comunità.

Nella scala di misurazione dei livelli di Entropia, (elaborata attraverso l’NVA dal Barrete Values Center) si possono identificare i seguenti livelli:

  • 0-10% Cultura sana: Questo è un livello di entropia basso che è un buon indicatore per il futuro.
  • 11-20% Lievi problemi: Un certo grado di insoddisfazione con la cultura corrente che richiede discussione e dialogo.
  • 21-30% Problemi significativi: Potenziale inquietudine tra la popolazione e/o conflitti che richiedono immediata attenzione e/o risoluzione.
  • 31-40% Problemi seri: Problemi irrisolti tra la popolazione che se non affrontati, possono creare malcontento sociale.
  • 41%+ Problemi critici: Problemi di leadership che possono condurre a malcontento sociale, dimostrazioni e disobbedienza civile, e che indicano un bisogno di cambiamento nelle policy e/o un cambio nel governo.

I risultati dell’Indagine 2013 sui Valori dell’Italia mostra una entropia culturale del 73%, la più alta tra tutte le Nazioni in cui questa indagine si è svolta finora.
Si evidenzia, in questo modo, il dato scientifico, in quanto statisticamente supportato, della realtà percepita dalla nostra comunità, che non si riconosce in questa classe politica ed è attanagliata dalla paura ed afflitta dalla sfiducia.
Semplificando i risultati dell’indagine, per livelli di entropia così alti, si può affermare che il malcontento sociale, causato dai leader correnti della nazione, emerge come eccessiva corruzione, incertezza sul futuro, criminalità, povertà, come sfiducia, mancanza di trasparenza, nepotismo, conflitto e infine come burocrazia e spreco di risorse.

OBIETTIVI
Greta

Descrivere qui gli obiettivi di Greta e, di conseguenza, il suo piano d’azione, richiederebbe troppo spazio e non sarebbe nemmeno rilevante. Ciò che rileva qui maggiormente è forse sottolineare la consapevolezza che Greta ha acquisito delle sue capacità e della passione che riesce ad infondere in un impegno civile di ricostruzione del suo Paese, che sino a tempi recentissimi non immaginava nemmeno di possedere.
Perché Greta ha scoperto che FARE è importante non solo per lei, ma anche per il Paese che intende lasciare ai suoi figli.
Perché Greta ha capito che VUOLE VERAMENTE rimuovere gli ostacoli che limitano le potenzialità sue e del suo Paese.
Perché Greta ha capito che il volerlo è il PRIMO PASSO PER INIZIARE A FARLO.

Italia
E’ evidente che definire gli obiettivi, e tanto più obiettivi SMARTER, per un’intera nazione non è così semplice.
Ma, se il percorso delineato da Voc-azione, che si potrebbe immaginare “investito” delle funzioni di coach del nostro Paese, riuscisse ad emergere ed essere recepito da una NUOVA CLASSE POLITICA, ecco che potrebbero non solo definirsi gli obiettivi ma anche realizzarsi un vero e proprio piano d’azione, come già accaduto in altri Paesi:

Lituania 2007: Dopo la crisi di governo, Il governo Lituano ha creato – sulla base del NVA – il più importante documento di pianificazione: Lituania 2030, una strategia di sviluppo sostenibile basata sui valori delle persone.

In questo difficile momento è importante, come per ogni coachee, che anche il  coachee Italia dimostri il proprio impegno e si renda consapevole delle proprie capacità e della concreta possibilità di cambiare le cose.

Questo impegno si può manifestare in molti modi.

  • Attraverso l’attivismo politico; poiché se è vero che siamo desiderosi di cambiare e rinnovare la classe politica che ci governa, la strada maestra è proprio quella di “crearne”  una nuova, attraverso il contributo concreto di ciascuno, focalizzando la propria attenzione proprio sugli aspetti che vogliamo modificare, ossia  una maggiore moralità, maggiore competenza e maggiore  spirito di concretezza di coloro cui demandiamo il compito IMPORTANTISSIMO di rappresentarci.
  • Attraverso la partecipazione ad un progetto collettivo e condiviso; come quello di Voc-azione.org, che non solo consente di esplicitare la “crisi di autogoverno” che ci attanaglia ma anche di delineare una sorta di “futuro desiderato” dalla nostra collettività. Questo progetto si concretizza sia nell’indagine, cui ciascuno può partecipare, ma propone anche altri strumenti di diffusione. E’ prevista infatti  una partecipazione via web, ma anche la possibilità di diventare promotore di incontri e di dialoghi sui valori del nostro Paese (www.voc-azione.org/fai-girare-la-voce). L’allargamento e il successo di questa iniziativa potranno farla diventare una voce importante e consentire poi di presentarne i risultati a quei politici che sono chiamati a dare attuazione IN CONCRETO ad un programma di governo (e quindi un Piano d’azione) che ci conduca la dove abbiamo indicato.
  • Attraverso il voto; sicuramente il più classico e meno impegnativo degli strumenti di democrazia, ma non per questo il meno efficace; forse anzi il più potente per far arrivare la nostra voce a livello istituzionale. Il voto presenta però un limite: è efficace e veramente rappresentativo, in tanto in quanto gli italiani si riconoscano nei valori e nei programmi di almeno un partito politico, cui affidare la delega di governo. Laddove questo non avviene altra possibilità non vi è se non quella di attivarsi ed operare concretamente perché ciò avvenga… e tornare al punto primo!

Greta può e vuole cambiare… e sta iniziando a farlo!

Italia vuole cambiare e può farlo… aiutiamola ad iniziare!

Greta Popolizio
Dottore Commercialista e Revisore Contabile
Coach professionista
Bassano del Grappa (VI)
gretapopolizio@gmail.com

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