Categoria: Sapere, Fare, ESSERE

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Sapere, Fare, ESSERE

Un viaggio verso l´Eudaimonia

“C’era una volta uno stolto così insensato che era chiamato il “Golem”. Quando si alzava al mattino gli riusciva così difficile ritrovare gli abiti che alla sera, al solo pensiero, spesso aveva paura di andare a dormire. Finalmente una sera si fece coraggio, impugnò una matita e un foglietto e, spogliandosi, annotò dove posava ogni capo di vestiario. Il mattino seguente, si alzò tutto contento e prese la sua lista: “Il berretto: là”, e se lo mise in testa; “I pantaloni: lì”, e se li infilò; e così via fino a che ebbe indossato tutto.
“Sì, ma io, dove sono?” – si chiese all’improvviso in preda all’ansia – “Dove sono rimasto?”.
Invano si cercò e ricercò: non riusciva a trovarsi. Così succede anche a noi” [1]

In questi millenni di evoluzioni e rivoluzioni, di conquiste tecnologiche e scientifiche, l´uomo è stato capace di sorprendere e sorprendersi in innumerevoli campi della conoscenza: medicina, psicologia, genetica, matematica, nanotecnologia, scienze quantistiche, intelligenza artificiale… e nella fisica nucleare…boom!

 9 agosto 1945. Fungo atomico e “Ground Zero” causato dalla bomba atomica “Fat Man” su Nagasaki.

Un´immagine simbolo del XX secolo. Quanta espressione di menti brillanti e penetranti hanno dato come risultato il possesso di uno strumento tecnologico tanto potente. L´uomo capace di controllare la fissione dell´atomo, produrre in circa 100 millisecondi una temperatura di 1 milione di gradi al centro dell´esplosione.
Una sola bomba. Tra i 60 e gli 80 mila morti (definiti “decessi istantanei”) alla sola esplosione atomica. Quanto ci metti a contarli?
A cinque mesi di distanza si contano 140 mila vittime ad Hiroshima e 73 mila a Nagasaki: piú di 200 mila in totale.

L´uomo, capace di allineare il saper e il fare, conquista il mondo!

“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?”[2]

Dice Gesú.
Che vantaggio ha l´uomo a diventare il signore del mondo e il signore degli altri uomini, se poi perde la propria anima?

Cosí scrive Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, nel 1967:
…se un uomo di una civiltà precedente – diciamo un greco antico, o un romano – apparisse improvvisamente tra l’umanità di oggi, probabilmente le prime impressioni lo indurrebbero a considerarla una razza di maghi e semidei. Ma se egli fosse un Platone o un Marco Aurelio e, rifiutando di farsi abbagliare dalle meraviglie create dal progresso tecnologico, esaminasse la condizione umana più attentamente, le prime impressioni lascerebbero il posto ad un grande scoraggiamento.
In poco tempo si accorgerebbe che, sebbene l’uomo abbia acquistato un enorme grado di potere sulla natura, la sua conoscenza del suo essere interiore ed il controllo su di esso è assai limitato. Capirebbe che questo moderno “mago”, capace di scendere in fondo all’oceano e di lanciarsi sulla luna, è molto ignorante di quanto accade nelle profondità del suo inconscio ed incapace di arrivare ai luminosi livelli del supercosciente e prendere coscienza del suo vero io.

Da millenni – MILLENNI – l´uomo è in evoluzione. Ingiustizie prima, ingiustizie adesso. Guerre con spade e frecce prima, guerre con armi intelligenti e di distruzione di massa adesso. L´economia e la ricerca di successo sempre al centro. Eppure, diventa sempre piú frequente scorgere intorno a noi e in noi insoddisfazione, disarmonia, angoscia, assenza di prospettive, automatismi, disconnessione da sé stessi, senso di vuoto, doveri, stress, stress, stress.
Siamo schiavi di un sistema dove il tempo è dedicato al di fuori di sé; siamo premurosi nel lucidare l´esterno della lampada, ma rimaniamo noncuranti della fievole fiammella che dimora al suo interno. E, lucidando lucidando, svanisce il tempo per sé stessi.
Chiusi nel nostro recinto e perpetuando nella “ruota del criceto”, non osiamo alzare lo sguardo. Lentamente questa mancanza di tempo per noi stessi ci allontana addirittura dalla capacitá di individuare i nostri bisogni profondi.

Allineiamo sempre meglio il sapere e il fare. Ma l´essere? Dov´è l´Essere?
Questa mancanza di “Essere” produce tutti i piú tipici malesseri e malanni contemporanei. Ma non è la necessitá di fuggire questi aspetti ostili che deve orientarci alla nostra evoluzione.
Ben di piú è l´aspetto opposto che deve attrarci: la Bellezza che attende ciascuno di noi…proprio me, proprio te: l´Eudaimonia, la realizzazione del nostro proprio spirito[3].

Ecco il motivo urgente e la vera necessitá di adottare un nuovo modo di vivere!
Come fare?
Allineare “sapere-fare-essere” ma lasciare che l´”Essere” inglobi gli altri due elementi e l´interezza dell´uomo.
…E il verbo “lasciare che” rappresenta proprio l´azione – non-azione da eseguire.
La persona guidata dall´Essere è intrinsecamente motivata: spinta dal suo interno è tesa verso gli altri due elementi: il conoscere e l´agire. E soprattutto, la persona agisce Mushotoku [4]  “senza scopo, né spirito di profitto”. Agisce perché in connessione con il suo Èu-Dàimōn, lo Spirito buono, il quale è ben oltre il risultato; è nel processo. Il processo-viaggio di realizzazione del proprio Essere.
Questo viaggio porta alla piú profonda connessione con sé stessi, dove alberga la scintilla Divina.
Creare la connessione con la scintilla divina porta all´armonia…io esprimo quel che sono.
Il mio sapere e il mio fare sono espressioni del mio essere. Qui risiede verità, autenticità e libertà. Sono libero da tutti i legami esterni perché sono libero in me.
Lasciando esprimere il mio essere, esprimo la mia unicità e gioco a pieno il mio ruolo, che è il migliore di tutti…perché è il mio.
Cade l´invidia, cade la bramosia, cade il possesso. Cade la necessitá di “guadagnare il mondo”. Tutto è nell´uomo. Non c´è bisogno di cercare altrove.
“Ascolto la voce che viene dal profondo, e tutti i mondi vi convergono e mi parlano. La volontá divina sgorga dalla mia stessa volontá, diventa mia” [5]
Tutto è in armonia. Tutto è in connessione.
“In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh, uomo conosci te stesso e conoscerai l ´Universo degli Dei” [6]
diceva l´oracolo di Delfi, giá nel IV secolo a.C..

La piccola ghianda diventa la maestosa quercia solo quando è capace di affondare le proprie radici nella profondità e attingere alla Sorgente. Si crea la connessione con la scintilla divina dentro di sé, con il proprio Essere…in quella profondità dove tutte le radici di ogni tempo e ogni luogo convergono:
l´uomo in connessione con sé e, allo stesso tempo, in connessione con tutto e tutti.
QUESTO nutre veramente ció che è in superficie: il sapere e il fare.

Questa è la scuola che educa e che insegna. Questa è la strada nel passaggio dall´evoluzione dell´essere umano all´evoluzione dell´ESSERE nell´uomo.
…e cosí l´uomo si orienta nel suo viaggio verso la Bellezza che lo attende, l´Eudaimonia.

 

 

Simone Mastroianni
Life, team e R&D Coach
Friburgo (Germania)
simone@mastrocoaching.com
www.mastrocoaching.com

 

 

Note
[1] Martin Buber, “Il cammino dell’ uomo”, 2000
[2] Mc 8, 36
[3] L´eudaimonia è una parola di origine greca (la buona-eu realizzazione del proprio spirito-daimon).
Nell´etica aristotelica è la condizione umana del flourishing (lo sbocciare) o del ben-vivere (fonte https://www.britannica.com/topic/eudaimonia).
L´eudaimonia non è soltanto uno stato di felicità da raggiungere, ma una Meta-potenzialità dell´essere umano, vale a dire una facoltà innata e universale della nostra specie che risponde a quella pulsione interna a dare voce e manifestare le risorse personali che definiscono la propria unicità (fonte A. Pannitti, F. Rossi, “L´Evoluzione del Coaching”, 2019).
[4] Mushotoku, “the Mind that seeks Nothing”, termine giapponese di tradizione Zen dal maestro Dōgen
[5] P. Evdokimov, „La donna e la salvezza del mondo“, 1989

 

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